Grafica
Dalla progettazione grafica fino alla stampa
La grafica della carta stampata
“Complicare è facile, semplificare è difficile. Tutti sono capaci di complicare, pochi sono capaci di semplificare.” Bruno Munari
L’arte della grafica, quella grafica che tutti conoscono, quella grafica che c’è dietro ad un catalogo di piatti, al libro sulla mostra di un museo o banalmente dietro al volantino dei prodotti del supermercato non è un “Facile, lo so fare anche io”.
Organizzare, ordinare, semplificare appunto è un lavoro che richiede tempo, ragionamento, schemi, griglie e valutazione dei contenuti.
A differenza della comunicazione veloce rapida “nervosa” dei social, un libro, una rivista, un catalogo richiedono più tempo di osservazione, una lettura più attenta, piccoli dettagli su cui l’occhio si sofferma e nota anche la sbavatura dovuta ad una stampa venuta male.
Passiamo dal “parla come mangi” al “sediamoci e ascoltami con attenzione”.
Non va lasciato nulla al caso: il colore, lo spessore di una linea, la scelta del carattere e anche la scelta delle immagini che diventano più attente, sofisticate e riflessive.
La parte che amo di più di questo ambito è la scelta della carta: spessa, sottile, ruvida, colorata, lucida o opaca. L’aspetto questo tra i più complessi e allo stesso tempo importanti per comunicare un messaggio.
Sceglieresti mai una carta spessa, lucida, che riflette per un ristorante liberty? Mi viene invece in mente una carta porosa, ruvida, non bianca ma avorio, la cui grammatura è un po’ meno di quella di un cartoncino da disegno: il prodotto finale assume così un aspetto più delicato e romantico.
La carta stampata serve ancora?
E’ un po come dire che nei rapporti umani, arrivato internet, non ci dovesse essere più un rapporto umano. Nel 99% dei casi il supporto con la carta stampata è secondo me fondamentale per avere un rapporto più autentico con i propri potenziali clineti e coinvolgerli ancora di più nella filosofia aziendale.
La grafica del digitale
Parla come mangi
Mi capita di imbattermi ogni giorno in profili social che sono statici, fermi, magari fatti di foto bellissime, foto professionali, il cui difetto però rimane la poca empatia.
Un contenuto fotografico da catalogo, quindi pensato creato e strutturato per la carta stampata, non è detto che sia sempre adatto a comunicare la tua immagine ai tuoi potenziali clienti, perché risulta poco genuino, appunto statico, fermo, rigido; allo stesso modo un testo troppo corto seppur chiaro rischia di non coinvolgere completamente chi sta dall’altra parte perché racconta poco lasciando il lettore in un senso di vuoto e incompletezza e con gli stessi quesiti iniziali per i quali andava cercando una risposta.
Così negli anni il lavoro che ho sempre cercato di fare è stato quello di creare grafiche con immagini e testi che fossero facili e comunicassero l’immagine dei clienti in modo autentico.
I fattori per cui vale la pena esserci, fattori che sono la chiave fondamentale per far funzionare questo mondo digitale sono la genuinità dei contenuti, l’originalità e la personalizzazione delle proposte senza affidarsi a pacchetti preconfezionati.
Il mio obiettivo è quello di far parlare i tuoi canali di comunicazione come parleresti tu, infatti “parla come mangi” è il perfetto ritratto di quello che deve essere il tuo profilo, l’immagine della tua attività sei tu e quindi l’obiettivo è esattamente scrivere e raccontare nello stesso modo che hai quotidianamente a casa, con i tuoi amici o con i clienti affezionati.